L’importanza dell’industria cartaria per la comunità: scopri il programma stilato dal Rapporto Ambientale e i numeri nel mondo della carta

Il Rapporto Ambientale per l’industria cartaria

Dal 1999 ad oggi, l’industria cartaria è tra i primi settori industriali ad aver pubblicato un Rapporto Ambientale che inviti gli stakeholders e tutti gli interlocutori ambientali ad un dialogo trasparente e lontano dai luoghi comuni.

Il rapporto, scritto per la prima volta in collaborazione con Legambiente, prevede 8 punti su cui la politica industriale dovrà focalizzare le proprie energie per progredire: tra questi vi sono la valorizzazione dei fanghi di scarto per la produzione di bio-metano e l’incremento della capacità di riciclo, sostenendo le imprese che riciclano sul territorio nazionale e garantendo l’accesso ai mercati della carta e dei prodotti riciclati.

Partendo da una piena condivisione di valori, l’obiettivo è quello di raccontare come le cartiere – rappresentanti di un settore industriale da sempre volto alla sostenibilità – non producano soltanto semplici beni (commodity), ma si inseriscano a pieno titolo nell’economia circolare.

 

Alcuni numeri dell’industria cartaria

In un anno così difficile e condizionato dalla pandemia come il 2020, l’industria cartaria si è confermata “essenziale” ai bisogni della comunità e perno per la sostenibilità economica del paese, con un tasso di circolarità pari al 57% (la media nazionale è del 17%) ed oltre l’80% per gli imballaggi.

Il motivo di cifre così elevate è presto detto: oltre all’investimento in materie prime rinnovabili, le cartiere si stanno prendendo cura dei propri prodotti reimmettendo nel ciclo produttivo carta ed imballaggio da riciclare. Ciò è definito “potenziale di sostituzione” dell’imballaggio in plastica: su scala europea ammonta a 4.5 milioni di tonnellate, cioè pari al 25% del totale degli imballaggi circolanti che potrebbero essere sostituiti da materiali in fibra cellulosica. In Italia, equivarrebbe a sostituire 600 mila tonnellate di materia non rinnovabile o non riciclabile.

Negli ultimi 40 anni, il consumo d’acqua è passato da 100 m3/ton a 26 m3/ton. A parità di condizioni, si registra inoltre una riduzione dei consumi energetici pari al 15%.

L’ambiente, di conseguenza, ringrazia.

Secondo Lorenzo Poli, presidente dell’Assocarta, le prestazioni ambientali delle cartiere sarebbero in costante miglioramento; addirittura, in un contesto normativo favorevole alle imprese e alla competitività nei mercati, questi indicatori potrebbero ulteriormente progredire in maniera sostanziosa.

I passi avanti sono quindi evidenti, ma c’è ancora un ampio margine di miglioramento.

 

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